El Nino, una storia di 1100 anni racchiusa negli anelli degli alberi

Ecco gli alberi millenari di Bristlecone, nel Great Basin National Park, che coi loro anelli hanno contribuito alla ricostruzione della storia evolutiva del fenomeno El Nino. Fonte immagine Pacific International Research Center.

E' notizia recente che un team internazionale di scienziati del clima ha dimostrato che i dati registrati dagli anelli di alcuni alberi del Nord America, in particolare nel Sud-Ovest degli Stati Uniti, danno una rappresentazione continua della intensità di El Niño nel corso degli ultimi 1.100 anni.

 

Lo studio, guidato da Jinbao Li, del Pacific International Research Center, University of Hawaii a Manoa, è pubblicato nel numero 6 di maggio della rivista Nature Climate Change.

 

Il processo di riscaldamento delle acque superficiali del Pacifico orientale porta alla manifestazione del fenomeno e a conseguenti cambiamenti nella circolazione atmosferica, causando inverni piuttosto umidi nel sud-ovest degli Stati Uniti. In tali condizioni gli anelli degli alberi analizzati risultavano più ampi. Quando invece si è verificato il processo opposto, ovvero il raffreddamento delle acque superficiali (noto come La Niña) ha condotto a periodi siccitosi e conseguentemente ad anelli annuali più stretti . Ricostruzioni precedenti sul pattern ENSO (El-Niño Southern Oscillation) eseguite analizzando determinati isotopi depositati in coralli che vivono e che vivevano centinaia di anni fa su Palmyra, nel Pacifico centrale, mostrano una stretta correlazione con quanto osservato nello studio degli accrescimenti annuali degli alberi in oggetto.

 

"Dal nostro lavoro è emerso che l'andamento del El Nino è stato immagazzinato con precisione sia all'interno degli alberi, sia dei coralli", spiega Li. "Mentre le registrazioni dei coralli sono brevi, quelle degli alberi del Nord America ci forniscono una ricostruzione di 1.100 anni".

 

Gli anelli degli alberi hanno rivelato che l'intensità di El Niño è stata molto variabile, con decenni di forte attività e decenni di stanca. Il periodo più debole si è avuto durante il Medioevo, mentre l'attività più alta è stata registrata nel 18° secolo. Questi diversi periodi di attività sono legati a cambiamenti a lungo termine nel clima del Pacifico. Carotaggi di sedimenti estratti dal lago nelle isole Galapagos, nel nord dello Yucatan e nel Pacifico nord-occidentale rivelano che il Pacifico centro orientale ha avuto un intervallo tra le fasi di caldo e freddo ciascuna della durata da 50 a 90 anni. Durante le fasi calde, El Niño e La Niña sono stati più intensi del solito.

 

"Da quando El Nino provoca estremi climatici in tutto il mondo, è importante sapere come evolverà con il riscaldamento globale", dice il co-autore Shang-Ping Xie. "I modelli attuali divergono nel loro proiezioni sul comportamento futuro, con alcuni che mostrano un aumento di ampiezza, in alcuni sembra restare inalterato e in altri addirittura mostra una diminuzione. I dati ottenuti degli anelli degli alberi offrono senz'altro una chiave di lettura per valutare e perfezionare i modelli climatici e le loro previsioni sulla El Niño-Southern Oscillation in epoca di riscaldamento globale".

 

Ivan Galdari


Fonte Meteogiornale